Smart Working e affaticamento visivo

Le ore trascorse davanti ad un monitor in smart working causano problemi agli occhi. Scopri quali lenti aiutano a proteggere i tuoi occhi dall’affaticamento visivo.

 

“Smart Working” significa, alla lettera, lavorare in modo intelligente: grazie all’impiego di tecnologie avanzate che consentono da un lato di migliorare le performance di lavoro e, dall’altro, gestire i processi lavorativi in modo più flessibile.

 

Sempre più persone, oggi, lavorano da remoto in seguito alla pandemia Covid-19, ma in realtà in molti Stati, come l’America ad esempio, il lavoro flessibile si pratica già da diverso tempo.

 

Lo Smart Working, infatti, si caratterizza per numerosi vantaggi, sia per l’azienda che per il lavoratore:

 

  • L’azienda abbatte alcuni costi fissi, come l’affitto degli spazi (uffici, sale riunioni e così via).

  • Il lavoratore può gestire il proprio lavoro con maggiore flessibilità e autonomia. Se pensiamo ad esempio ad una donna lavoratrice che è anche mamma, grazie ad una ‘postazione ufficio’ all’interno della propria casa, oggi ha la possibilità di conciliare meglio lavoro, gestione dei figli e incombenze domestiche.

  • Il lavoratore ottimizza certi costi, come quello della benzina (se prima usava la macchina per andare al lavoro tutti i giorni) o dell’abbonamento al trasporto pubblico, e risparmia tempo (può alzarsi alle otto per essere operativo alle nove, invece di doversi alzare alle sei per essere in ufficio alle nove).

 

È anche vero che per lo smart working esistono alcuni svantaggi, come:

 

  • Una comunicazione più fredda e meno empatica con clienti, collaboratori e partner, che si incontrano virtualmente tramite piattaforme di videoconferenza e non più di persona.
  • La necessità, per il lavoratore, di essere completamente concentrato sul lavoro.

 

Chi è abituato a lavorare sempre in ufficio, troverà un po’ problematico, almeno all’inizio, capire come organizzare la propria giornata lavorativa e gestirla insieme a commissioni personali. La tentazione di fare una passeggiata alle dieci del mattino o di andare a sorseggiare un caffè con un amico alle quattro del pomeriggio potrebbero essere dietro l’angolo. Servono organizzazione, concentrazione e determinazione.

 

  • Una persona in Smart Working può trascorrere molte più ore a lavorare davanti ad un computer rispetto a quanto è abituato a fare in ufficio, perché vengono meno quei canonici momenti di stop dallo schermo come le riunioni in presenza, il break davanti alla macchinetta del caffè con il collega o ancora uno scambio di consigli professionali con un altro collega alla sua scrivania. Il risultato? Non solo maggiore stanchezza, ma soprattutto un importante affaticamento della vista.


Affaticamento visivo: le cause

L’affaticamento visivo è proprio una delle conseguenze dello Smart Working: lo sforzo intenso e prolungato degli occhi davanti agli schermi, tra computer, tablet e smartphone, stressa a tal punto la vista che la persona incomincia ad accusare stanchezza oculare, una sensazione di bruciore, prurito, difficoltà a vedere nitido, mal di collo e di schiena, fastidio causato dalla luce.

 

D’altronde trascorriamo in media dalle otto alle dieci ore al giorno guardando gli schermi digitali: va da sé che l’affaticamento visivo è un disturbo comune alla stragrande maggioranza di tutti noi ed essendo un fenomeno in crescita, è necessario capire come contrastarlo o rallentarlo.



Come ridurre l’affaticamento visivo in Smart Working

La bella notizia è che esistono diversi esercizi per ridurre l’affaticamento visivo provocato dalle tante ore in Smart Working che si possono effettuare quotidianamente:

 

1. La regola del 20-20-20: venti secondi di pausa ogni venti minuti, guardando a venti piedi di distanza (che corrispondo a sei metri).

2. Appoggiare i gomiti sulla scrivania e le mani sulle tempie, respirare profondamente, guardando fuori dalla finestra.

3. Alternare, per qualche minuto, la lettura di un testo lontano con uno più vicino, cambiando la distanza in modo graduale e mai brusco.

 

L’aiuto più grande per ridurre l’affaticamento visivo digitale è però rappresentato dalle lenti monofocali evolute Sync, frutto di ingenti investimenti in ricerca e sviluppo dell’azienda Hoya. La particolarità di queste lenti, concepite proprio per contrastare lo stress visivo digitale, consiste nel permettere di vedere perfettamente da lontano e, grazie ad una zona potenziata nella parte inferiore della lente, anche da vicino

 

Sono ideali per tutte le persone che hanno dai tredici ai quarantacinque anni di età e che usano spesso, o comunque più di due ore al giorno, schermi digitali.

 

È importante valutare la reale necessità, soprattutto nei giovani, con opportuni test visivi.